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L’attuale collettivo nasce dalle ceneri del collettivo Animal House Factory (2004) con diverse figure al suo interno (Simonetta, architetto, Davide, imprenditore digitale, Francesco, art director, e Francesca, psicoterapeuta) ma ha come uno dei suoi scopi principali l’estensione a tutti i cittadini che vogliono prendere possesso del proprio territorio e vogliono affermare la proprià identità anche attraverso la realizzazione di opere artistiche.
La nostra attività ha un carattere artistico, creativo e operativo, ma svolge anche una funzione didattica con risvolti relazionali e sociali. L’idea è di creare un gruppo pronto a coinvolgere con iniziative artistiche i cittadini o chiunque vi voglia partecipare. Lo spazio sarà destinato ad esposizioni, laboratori, all’insegna della multi-disciplinarietà, per permettere l’espressione artistica delle arti visive (pittura, scultura, fotografia, installazioni) e di altre espressioni artistiche (poesia, scrittura, musica, opere multimediali etc.).

Pensiamo di destinare un’opportunità di sperimentare un percorso espressivo, anche non tradizionale, attraverso il dialogo con sé stessi e con l’altro, il pubblico, considerato un libero fruitore, al di là del giudizio dei critici più accreditati.

APPUNTAMENTI PREVISTI:

Verona - Murafestival

Domeniche di giugno, 6, 13, 20, 27, alla mattina dalle ore 10:00 alle ore 14:00.

MURART nasce come collettivo artistico volto a promuovere la cittadinanza attiva utilizzando lo spirito artistico insito in ognuno di noi ed in particolar modo nei cittadini veronesi.
Si parte con una prima proposta: la foresta dei funghi giganti, per poi, in base ai bisogni creativi della cittadinanza, estendere ai più diversi metodi artistici.
Vogliamo far emergere dinamiche e funzionamento di un sistema complesso come quello dell’arte contemporanea e accrescere le competenze tradizionali in un settore a elevato livello di creatività, con la proposta di un’idea di “campo” determinato dalle relazioni stesse, dove il valore culturale passi attraverso un’organizzazione flessibile e uno spazio relazionale.
Viene delimitata un’area di circa 20 metri quadri e si costruisce il fungo partendo da uno schema preconfigurato ma non vincolante. Nello specifico, il primo progetto proposto è la realizzazione di strutture basate su di un “mattone” identico, banale, fondamentale, il cucchiaio. Verranno utilizzati cucchiai di legno monouso biodegradabili. La scelta del cucchiaio nasce (idealemente) dalla nostra opposizione al pensiero che l’arte Contemporanea sia sostanzialmente arrivata al capolinea. Noi prendiamo uno strumento pop e lo utilizziamo come base di creazioni altre. Il primo simbolo scelto è il fungo che rappresenta una delle forme più riuscite da Madre Natura. Si presenta in più forme bizzarre e le sue modalità di riproduzione, le spore, permettono la propagazione nello spazio e nel tempo, in un ciclo continuo di vita-morte-rinascita. Questi boschi per noi, che siamo un collettivo urbano, sono i Bastioni di Verona.

La costruzione della struttura avviene per fasi: prima il fusto e poi la cappella del fungo.

Si procede con un team di 3 – 4 persone alla volta.